Spesso quando ci viene affidata una casa da vendere (o quando un acquirente vede una casa!) ci vengono chieste informazioni precisi sugli impianti ed eventuali certificazioni.
State tranquilli… si può vendere una casa anche totalmente prive di queste certificazioni, l’importante è una informazione corretta ed esplicita in fase di presentazione.
Cosa sono le certificazioni degli impianti e chi le produce
Le certificazioni degli impianti (Solitamente quelle dell’impianto elettrico e dell’impianto del gas e di riscaldamento) dichiarano che l’impianto è stato costruito secondo le normative delle regole dell’epoca di certificazione, con materiale conforme e tutti i dispositivi di sicurezza preposti. Sono redatte da un tecnico abilitato (normalmente vengono prodotte dallo stesso tecnico che ha fatto l’impianto).
Dunque la certificazione dell’impianto elettrico sarà fatta da un elettricista, quella dell’impianto gas da un idraulico. L’impianto idrico non ha necessità di alcuna certificazione.
Un impianto elettrico a norma
Per essere a norma un impianto elettrico deve avere i cavi del diametro adeguato, i salvavita e i corrugati adeguati a intervenire per l’eventuale manutenzione.
Un impianto potrebbe essere funzionante ma non a norma, o essere a norma e mai certificato (perché fatto in autonomia dal proprietario, o perché mai certificato dal tecnico!)
L’impianto gas a norma
L’impianto gas per essere a norma deve essere esterno, o non presentare saldature o raccordi murati. Deve avere le valvole esterne ed interne, e non deve passare in ambienti potenzialmente pericolosi (garage).
La caldaia deve avere le necessarie canne fumarie e prese d’aria. I luoghi dove vi sono piani cottura a gas devono avere i fori di areazione e i tubi devono essere revisionati.
Impianti e valutazione di un immobile
Si può tranquillamente vendere una casa senza certificazioni. Tutte le case da ristrutturare spesso hanno impianti molto vecchi e datati.
Nelle case più recenti gli impianti (a meno di manomissioni o modifiche) sono sempre certificati, ma vanno individuate le copie e consegnate nel passaggio di proprietà.
Naturalmente un immobile dove gli impianti non sono semplicemente funzionanti, ma sono a norma e certificati, sul mercato avrà un valore più alto. Può essere utile valutare, in caso di vendita, il costo per la sistemazione degli impianti: a volte con un costo relativamente basso si potrà valorizzare le potenzialità di un immobile riguardando gli impianti. Se il tecnico vi dirà che l’impianto è da rifare completamente con un esborso considerevole lasciare stare, ma se basta cambiare qualche filo, aggiungere una presa e la certificazione può essere fatta, procedete senza dubbi.
Dove trovare le certificazioni?
Se avete fatto una ristrutturazione dovreste avere ricevuto le certificazioni dagli artigiani che hanno fatto l’impianto. Se avete comprato una casa nuova dovreste avere ricevuto le certificazioni dal costruttore. Se l’immobile era già esistente il vecchio proprietario vi dovrà consegnare copia delle certificazioni (a meno che non dichiari di non averle sin dalla trattativa!).
Se avete perso le vostre copie non perdete speranza: è possibile richiederne copia a chi ha fatto l’impianto se ne avete ancora i dati. In alternativa prendendo visione dei documenti archiviati in comune potrete recuperare anche le certificazioni, che sono connesse e allegate alla pratica di richiesta di abitabilità.
Casa senza certificazioni: si può vendere
Dopo queste premesse torniamo alla domanda iniziale: si può vendere una casa con gli impianti non certificati?
La risposta è si, ma se ne deve tenere conto in fase di trattativa e di definizione del prezzo. In caso di vendita va indicato esplicitamente nella proposta lo stato degli impianti. Qualora non si citi nulla, il venditore sarà tenuto a propria cura e spese a certificare l’impianto e/o a fare tutti i lavori necessari o a concedere uno sconto sul prezzo adeguato.
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